venerdì 3 febbraio 2012

Proiezione a Barcellona all'Institut d'Estudis Catalans


La seconda proiezione di "Cento passi per la libertà" a Barcellona si è svolta nella magnifica cornice dell'Institut d'Estudis Catalans che si trova nell'antico ospedale di Sant Pau nel centro della città catalana. La serata è stata organizzata da Nadja Monnet dell'associazione Contraplano LAD. La proiezione era prevista per le 18.30, ma alle 17.00 ero già lì per le prove tecniche di proiezione con il signor Ramón il simpaticissimo tecnico dell'istituto con una parlata stretta difficilmente comprensibile. Non sapevo quanta gente sarebbe venuta perchè la giornata è stata caratterizata da un forte freddo e alcune nevicate che hanno trovato impreparata la città e soprattutto hanno notevolmente diminuito la voglia di uscire di molte persone. Alle 18.20 sono arrivati i primi spettatori e poi piano piano la sala Pi y Sunyer (nella foto) di 42 posti si è quasi riempita. Hanno pertecipato alla proiezione alcuni amici, italiani e non, e persone che non conoscevo. Dopo essere stato presentato da Nadja ho fatto una piccola introduzione e spiegato la situazione politica in cui si trovava Napoli in quei mesi e le condizioni della città dopo la precedente amministrazione. Ho parlato un pò troppo, ma anche per permettere a un amico, che aveva sfidato la neve, di arrivare in tempo. È arrivato un pò in ritardo, ma ha comunque assistito alla proiezione, alla discussione successiva e alla birretta di fine serata.

   Al termine del filmato, come un orologio svizzero, è tornato il signor Ramón ad accendere le luci e a spegnere il proiettore. Ho dato inizio alla discussione parlando in generale della mia esperienza e del mio punto di vista rispetto alla campagna elettorale e chiarendo fin da subito che ho realizzato il documentario da indipendente e non l'ho fatto su commissione o pagato. Il dibattito è stato interessante e devo ringraziare Alessandro per le riprese e Matteo per le fotografie.
   Sono state diverse le domande e le osservazioni interessanti. Mi è stato chiesto quale è stato il motivo per cui ho deciso di realizzare il documentario. La mia risposta è stato per l'indignazione verso la politica italiana e napoletana e la rabbia di sentir parlare e vedere anche a Barcellona le immagini di una Napoli che sembrava essere solo "monnezza e camorra". Volevo raccontare la voglia di cambiamento e documentare la vera Napoli.
    Un'altra domanda interessante è stata se credo nella possibilità di riuscita di una campagna elettorale di quel tipo anche in Spagna. Secondo me è possibile se si trova un candidato di rottura e fuori dagli schemi politici tradizionali. Tra le osservazioni quella di Jesús de Miguel mi ha molto colpito. Mi ha detto che è molto interessante e il documentario riesce a trasmettere il senso di identità. Ha anche paragonato il filmato alla processione della settimana santa di Siviglia nel senso di attaccamento, di orgoglio e di amore verso la città come se fosse una donna. E non succede spesso. Difficilmente c'è un senso così forte di identità con una città. Il discorso si è spostato ovviamente sulla politica italiana, su cosa stia facendo adesso l'amministrazione e su un elemento che ha molto colpito un catalano e un argentino presenti in sala: la tranquillità di de Magistris a camminare per strada e in mezzo alla gente con il timore, concreto, di ritorsioni e minacce da parte della camorra che è stato uno dei suoi bersagli principali durante la campagna elettorale. È difficile spiegare certe dinamiche a chi non le vive e soprattutto ne è a conoscenza attraverso filmati, cattiva informazione, film etc. Si sono meravigliati di quanto fosse "normale" la situazione quasi come se pensassero a una città in guerra. E questo per me è un motivo in più per continuare a far girare e vedere il documentario per spiegare e dare un'altra immagine, positiva e contro lo stereotipo, della città di Napoli.
   Il prossimo appuntamento barcellonese è previsto giovedì 9 febbraio al centro culturale RAI ART e in occasione ci sarà anche una cena "duosiciliana" con assaggi di piatti tipici campani, calabresi e siciliani. I cento passi continuano.

1 commento:

  1. è bello vedere persone fuori dalla nostra realtà che parlano di quello che noi abbiamo vissuto in quei giorni.Grazie Marco.

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